Sulla Riva (Omaggio a Parmenide)
Dalla fosca scogliera, dell’Oceano più nero,
supplice una voce si levò, insondabile Mistero,
in alto risuonò sull’aspra arena della Riva:
«“Dio mio, Dio mio, perché m’abbandonasti?”1».
Dalla volta de Cielo, che ogni cosa comprende,
la risposta non tardò, all’orecchio più attento:
«Perché, perché… ecco perché: perché tu… in te
mi ritrovassi, dentro di te, come la tua Unità.2
Nel dominio di questo mondo,
l’incerta Differenza, con perizia va cercata;
nell’abisso del cuore, più insondabile e profondo
l’Unità Necessaria, va solo ritrovata.3
Ricordi? La tua Pace? La tua Semplicità?
Ecco, io sono… Io sono la tua Unità.
Sii Uno, Integro, Indissolubile, Inannientabile.
Per quello che sei, sii! Sempre serenamente Sii!».
Note:
1 – Sal22,1.
2 – “Siano una sola cosa, come noi siamo una sola cosa, io in essi e tu in me; affinché sian perfetti nell’unità” Gv17,23.
3 – Non è presunzione, è una questione di abito mentale. Colui che “cerca” è lo scienziato, l’Artista “trova”! L’artista, il poeta e il filosofo dispongono di un particolare talento nel “trovare”. Si cerca ciò che non si ha. Chiunque cerchi la verità, non è nella verità, non è veritiero: come potrà aspirare alla verità colui che non è veritiero? “Io non sono uno che cerca, sono uno che trova!” Pablo Picasso.
Marco Rossi della Mirandola (20/04/08).
Amor del Vero (Componimenti poetici 1979 – 2008) IBISKOS Editore; Empoli (FI), 2010; pag. 34.

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