Chi sono
Non è mai facile definire la propria identità, forse per darmi un tono, mi vengono in mente i versi indimenticabili della Bohème:
“Chi son? Sono un poeta.
Giacomo Puccini
Che cosa faccio? Scrivo.
E come vivo? Vivo.“
Se scrivere poesie è sufficiente per definirsi “poeta”, allora posso ritenermi tale; così pure se scrivere libri vuol dire essere uno scrittore.
Operaio, lavoratore-studente, tecnico impiegato; poi studente universitario, pittore, scrittore, “pasticcere”: il mio trascorso travaglio…
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“Impara l’arte e mettila da parte”: il motto del nonno, mi riferiva un tempo mia madre.
Mi è sempre sembrato un consiglio discutibile, poco saggio, dispersivo; certo non adatto ai nostri tempi, così interessati e opportunistici.
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Tuttavia, alla luce dei fatti, pare proprio che io abbia dato retta al nonno.
Certo, questo non è accaduto intensionalmente, al contrario: è il risultato dell’aver seguito sempre, volta a volta, ciò che mi veniva spontaneo. Chi si affida ciecamente all’inclinazione del momento, si comporta come l’acqua. L’acqua del fiume ciecamente segue il solco che gli capita davanti, e, inavvertitamente, passo dopo passo, riproduce le volute del corso, arabeschi già tracciati in esso come le note in un vinile.
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E tutto ciò accade nella gioia più piena, è dalla notte dei tempi che, dall’acqua, è stato scavato quel solco, quella sinfonia arcana, e ripercorso poi innumerevoli volte, e intonato di nuovo, e ancora ricantato. L’acqua, ignara, che ora lo percorre, magicamente si ritrova, trova sé stessa, la sua innata grazia, e risuona: ciecamente danza la propria viscerale essenza.
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Questa è la gioia dell’acqua, ogni ruscello inebriato la canta; la Gioia più vera, la Fonte, la Memoria del Padre, l’Origine: d’ogni cosa.
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“Impara l’arte e mettila da parate” …
Mai identificarti con una qualche abilità, o abitudine, o esperienza che tu abbia acquisito nella ventura della vita. Tu non sei una tua esperienza, un tuo abito o una tua conoscenza: mettili da parte.
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Esperienze e pensieri sono come nuvole, che trascorrono libere nel cielo, tu non sei una nuvola; piuttosto sei come il cielo, il Luogo, in cui esse si condensano, per poi dileguarsi.
Non sei l’abito, la maschera, l’attore che recita la sua parte in una rappresentazione teatrale, non sei una parte; piuttosto sei il teatro, il palcoscenico di ogni rappresentazione che giunga alla tua immaginazione.

