
Chiamo Universo lo sconfinato cielo stellato ma non solo quello. Raccolgo sotto quest’insegna anche l’insieme di tutto ciò che trovo intorno a me, di cui ho notizia (ciò che vedo, ciò che sento, ciò che percepisco, ciò che conosco), ma anche tutto ciò che trovo dentro di me (il mio vissuto, il mio sognato, il sentore che ho di questo mio corpo).
A quest’eterogeneo coacervo, che è la totalità del mio conscio, del mio conosciuto, assegno il nome “Universo”. Il mio conosciuto, l’intero bagaglio delle mie conoscenze: impressioni, sensazioni, intuizioni, nozioni, volizioni, esperienze…
L’integrale complessitudine di tutto ciò che m’appare
è come la mia valigia di viaggio; per meglio dire: il mio Vascello.
Le pareti del mio Vascello son trapunte di stelle…
In quali spazi potrà mai navigare il Vascello Universo, se esso stesso è l’universo per intero? A questa domanda risponderemo: navigherà nello spazio della mente, nello Luogo metafisico, spirituale del Mistero, il Mistero della vera Realtà.
A questo Mistero, il filosofo Emanuele Severino assegna il nome di Destino.
GLI ONTONAUTI
NOCCHIERI EIDETICI
DEL VASCELLO UNIVERSO
SI ATTENDE
IL DILEGUARSI DELLE NUVOLE,
LO SPALANCARSI DELLA MENTE.
ARCANI ARUSPICI ONTONAUTI
INTENTI A SCRUTARE
LE ERMETICHE ROTTE DEL DESTINO.

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