Eterno ritorno dell’uguale

Composizione grafica che immortala l'attimo del soffio sulle candeline della torta di compleanno.

La visione dell’eterno ritorno non ha nulla di religioso o spiritualistico. Per fare un esempio, si può pensare all’algebra combinatoria. Se ho un insieme finito di elementi, l’algebra mi assicura che il numero delle combinazioni possibili fra di loro, pur potendo essere altissimo, è finito. Questo vuol dire che se scandisco una dopo l’altra tutte le combinazioni, necessariamente arriverò a esaurirle, per cui se continuo a produrre ulteriori combinazioni, inevitabilmente ricomincerò da capo la serie.

.

Ora: se prendiamo come insieme l’universo, e come elementi dell’insieme gli atomi dell’intero universo (intesi di numero astronomico, ma finito), ecco che il semplice processo combinatorio è sufficiente per spiegare la necessità dell’eterno ritorno dell’uguale. La configurazione di tutti gli atomi dell’universo di questo istante (compreso ciò che vedo intorno a me, il mio stesso corpo e ciò che sento e che penso), proiettando l’universo in uno sviluppo temporale infinito, è destinata a ripresentarsi, identica a questo istante, e non una sola volta ma infinite volte.

.

Tutte le evoluzioni possibili (delle specie animali, della storia dell’uomo, della maturazione di questo mio pensiero, ecc.) sono comprese, poiché sono scandagliate tutte le possibili combinazioni di tutti gli atomi dell’intero universo. Tutto ciò che può accadere, dentro e fuori la mente degli uomini, necessariamente accadrà. Il punto debole di questa visione è l’assumere, come fosse cosa certa, l’ipotesi che i “granelli di polvere della clessidra” (vedi La gaia scienza, Frammento n. 341 – F. Nietzsche), in altri termini gli elementi dell’insieme (atomi, “punti di forza”, oppure enti) siano di numero finito.

.

L’idea dell’algebra combinatoria della totalità degli enti (o “punti di forza” ovvero atomi, a seconda dei gusti) dell’eterno ritorno dell’uguale, non coglie ciò a cui stava a cuore Nietzsche: trovare la possibilità di esercitare la volontà sul passato. Solo l’immagine di un passato destinato a ritornare, dunque anche futuro, lo rende soggetto alla mia attuale volontà. L’anello dell’eterno ritorno dell’uguale permette l’identificazione di passato e futuro.

La metafora spaziale rende la cosa più evidente. Dato che la superficie della terra è sferica, se da un punto qualunque della superficie guardo in una qualunque direzione (immaginando che la mia vista segua la curvatura della superficie) vedrò tutto ciò che si trova davanti a me, ma ecco che esso coinciderà con tutto ciò che si trova dietro di me. Nel futuro, del modello dell’eterno ritorno, è compreso tutto il passato, e se mi è dato agire sul futuro, lo stesso agire interesserà anche il passato.

Ovviamente questa visione nicciana sottintende che la volontà abbia una validità certa, cioè che all’uomo sia dato un qualche potere, reale, di intervento su alcunché; in altri termini l’eterno ritorno dell’uguale si colloca entro la visione generale del “senso greco del divenire” (concetto coniato da Emanuele Severino), l’ambito, nichilistico, in cui si afferma la credenza nel produrre umano, cioè che l’uomo abbia un qualche potere d’intervento sulla Realtà.

.

Marco Rossi della Mirandola (10/07/23).

Interesse suscitato dall’Articolo sul web


La versione Post del presente Articolo ha suscitato un particolare interesse

nei seguenti luoghi online (Pagine e/o Gruppi Facebook e/o Siti eventuali):

Tag (cliccare su uno dei seguenti tag per visualizzare gli Articoli che trattano dell’argomento).



Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *