In genere la delega non conviene, sia che riguardi faccende positive, che faccende negative.
Non è conveniente, ad esempio, incaricare altri per la preparazione dei nostri pasti quotidiani. Questa delega si direbbe riguardare una faccenda del tutto positiva, essa tuttavia ci impedisce di venire a contatto con le nostre peculiarità alimentari, avere occasione di conoscere le nostre personali caratteristiche nutrizionali e, alla luce di tale consapevolezza, assumere abitudini culinarie più oculate.
Che dire… così come “l’esperienza è madre d’ogni conoscenza”, la delega è fonte certa di tanta ignoranza. Pensare che il mondo del lavoro – alla base dell’attuale ordinamento sociale – poggia sistematicamente sulla divisione delle mansioni, in altri termini: si fonda sull’uso intensivo indiscriminato della delega…
Ma poi, anche riguardo a faccende negative, non si contano le deleghe nocive. Non è salutare, ad esempio, aspirare pedissequamente a una qualche virtuosa, impeccabile perfezione. A ragion veduta, lasciare agli altri tutti gli errori e le imperfezioni, non pare una scelta davvero assennata, neppure segno d’illuminata prudenza: si rischia di finire inchiodati ad una Croce, ci sono i precedenti…
Chissà che “in questo mondo” non convenga rinunciare al candore della perfezione – si sa che, da queste parti, ogni troppo stroppia – e non privarsi della soddisfazione di ben piazzare una qualche ca**a*a in prima persona, così, ogni tanto, en passant; del tutto in via precauzionale, s’intende; hai visto mai…
Marco Rossi della Mirandola (01/09/23).

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