L’attimo, il pulcino e la sorpresa

Composizione grafica con Zarathustra e nano, di Lena Hades.

Il cerchio del tempo, secondo la visione dell’eterno ritorno dell’uguale di Nietzsche, è immenso, smisurato, ma finito; se inserito nella proiezione infinita di infiniti cerchi, pare un punto infinitesimale. Di conseguenza gli stessi attimi uguali – punti corrispondenti del cerchio precedente e del cerchio successivo – saranno separati dai loro corrispondenti da un intervallo di tempo infinitesimo. Non v’è dunque interruzione apprezzabile fra un attimo e il suo uguale nei cerchi attigui. Ecco che, nella visione nicciana dell’eterno ritorno dell’uguale, l’attimo pare eternamente presente e senza soluzione di continuità.

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Se perpetuo è l’attimo, questo stesso attimo che sto vivendo, dovrò essere io stesso perpetuo, sempiterno, questa è la mia precisa identità, che colgo e sperimento in questo attimo. Nietzsche esorta a vivere, questo attimo attuale della nostra vita, in modo tale da desiderare di riviverlo all’infinito. Alla faccia di tutti quelli che sostengono che l’immortalità sarebbe una noia insopportabile.

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L’attimo, e l’eterno ritorno dell’uguale, rappresentano il primo tentativo di uscire dal nichilismo, non vedendolo chiaramente, trovandosi ancora al suo interno. Nietzsche è il pulcino che intuisce di essere pulcino, un ché di nascente, pur trovandosi ancora dentro all’uovo. Severino, con la sua ampia visione del “senso greco del divenire”, è il pulcino uscito dall’uovo, che contempla il guscio dall’esterno. In questa metafora panoramica, Heidegger pare essere il pulcino che si trova ancora dentro l’uovo, come Nietzsche, ma lo distingue da Nietzsche la concretezza del suo imperativo di uscire dall’uovo: l’autenticità dell’esserci! L’autenticità dell’esserci heideggeriana è l’anima matura dell’attimo nicciano, la sua incarnazione: per così dire, l’incisività del rostro del pulcino.

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Il pulcino, finalmente nato, contempla il guscio vuoto: non sarebbe pulcino se non sognasse di deporre, a sua volta, un uovo… Che cosa appare, dunque, che cosa si presenta, nel sogno di Emanuele Severino? Che sorpresa contiene il suo uovo? Questa dev’essere la domanda delle domande del filosofo di oggi!

“Mortale immortale, immortale mortale…” Eraclito. Forse ritorno ad Eraclito? All’identità degli opposti? Si pensi alla nascente cultura quantistica.

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Marco Rossi della Mirandola (22/06/22).

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