A proposito di Elon Musk, il non contemplato, sfuggito anche all’attenzione di Emanuele Severino.
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Nel caotico avveniristico mondo attuale, riguardo alla corsa al potere tecnologico, da parte della politica, pare giunga a smentirsi la previsione di Severino, quella secondo la quale “a un certo punto il mezzo si trasformerebbe nel fine”. Al contrario, è la politica stessa che sembra barcollare, in quella “corsa”, per la quale, secondo le previsioni del filosofo, ricorrerebbe alla sostituzione dei suoi ideali sociali con l’obbiettivo dell’incremento tecnologico.
Alla luce dei nuovi avvenimenti, parrebbe che il potere tecnologico non sia necessariamente appannaggio dell’Istituzione politica, al contrario par che sia in grado di minacciare il suo “Palazzo”, fagocitarlo addirittura.
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Qualora la politica rinunciasse ai suoi ideali pubblici (Res-pubblica), si metterebbe sullo stesso piano del privato (res-privata). In siffatti frangenti si aprirebbe la possibilità della diretta competizione fra la politica e il singolo individuo. In termini di tecnologia simpliciter, è il pesce più grosso che mangia il più piccolo, non il più piccolo, il più grosso.
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Ciò risulta dall’analisi delle attuali operazioni di Musk; per di più, alla luce di queste, se ne possono intravvedere i prodromi. Già nei sofisticati progetti informatici, in ambito di social media, implementati dal “guru” Gianroberto Casaleggio, se ne scorgono dei segnali. Si tratta di un esempio di quale peso può assumere la tecnologia, impugnata dal singolo individuo, non appena s’innervi nei gangli della politica; un “peso” tale da determinarne l’esito: la gestazione, lo sviluppo e l’affermazione dei suoi organi vitali.
E l’uso della radio da parte di Mussolini? della televisione da parte di Berlusconi? e dei social media circa i politici attuali?
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Prima di Elon Musk, tutto ciò non pareva minacciare il primato della politica: quell’esercizio pubblico che, con piena padronanza di sé, poteva approfittare del mezzo/fine tecnologico.
Ora, con Musk, cambia radicalmente questa lettura, la sua prospettiva pare capovolgersi punto. Si fa chiaro ed evidente, infatti, che è la tecnologia in sé, ad avere il potere di plasmare la politica, fino a papparsela in un sol boccone.
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Ovviamente, in questo discorso non va dimenticato il potere militare, da sempre potenziato dalle avanguardie tecnologiche; a partire dall’Età del Ferro, che tolse di mezzo quella del Bronzo, disponendo di armi rispecchianti il suo know-how tecnologico.
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Non par più che sia la politica, a gestire la tecnologia, giungendo a farsene un fine vantaggioso, al contrario è la tecnologia – se non si corre presto ai ripari – a spingere, la politica, alla sua fine…
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Marco Rossi della Mirandola (06/12/24).
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Vedi YouTube “Emanuele Severino – La Tecnica”:

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