Oltre la regola, la Grazia (Omaggio a San Francesco)
“Non siete più soggetti alla Legge, ma alla Grazia” Rm6,14
La cosa toccata,
re Mida in oro l’ha trasformata.
In misera cosa mortale,
indefessa, è trasformata
dalla regola la cosa stessa.
La misura, la regola, la Doctrina,
– proprio essa! –
com’Idolo ferale
sulla vita depone l’immagine mortale.
La regola d’Oriente,
la dottrina dell’Occidente,
infrangono l’Unità globale:
fanno dell’Umanità reale
poco più che niente.
Eppur “niente, dal Nulla può generare”1:
è la Ragion fondamentale!
Del naturale, per la ragione,
tutto può venir e andare;
per la Ragion fondamentale,
niente, andar e venire,
in realtà giammai potrà.
La Ragion fondamentale…
Della follia, pur la cagione;
“Spirito senza misura”2,
senza Legge, senza regola, senza dottrina:
l’inatteso, l’imprevisto, l’imperscrutabile,
Tutto vede, con Sapienza virginale,
nel Mistero della sua eternità.
Note:
1 – “Assioma formulato da Parmenide” La filosofia antica, pag. 51, E. Severino, Rizzoli. Questo assioma sancisce la necessità dell’eternità dell’ente, poiché, se niente può uscire dal Nulla assoluto, ogni cosa deve essere sempre stata.
2 – Gv3,34.
“Le strutture vanno bene, ma l’unica cosa che resterà anche nell’altra vita è l’amore” Chiara Lubich.
“Nella mente del filosofo alberga la straordinaria possibilità di vedere tutto il tempo e tutto l’essere” Repubblica, Platone.
Marco Rossi della Mirandola (01/12/07).
Amor del Vero (Componimenti poetici 1979 – 2008) – IBISKOS Editore; Empoli (FI), 2010; pag. 27.

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