Oggetti di pensiero (concetti): significati, significanti e…?
All’alba il sole eclissava l’universo e rischiarava l’albero e la casa, in realtà era la luce del “pensiero”, essa illumina anche il Tutto e il Nulla.
Così come il tradizionale, storicistico-nichilistico, concetto di “coscienza”, non coincide con il trascendentale cerchio finito dell’apparire, anche il concetto di “pensiero” necessiterà di una revisione radicale. All’esigenza di questa revisione, pare contribuire la concezione della Gloria del Destino della Necessità.
Ogni pensato è oggetto di pensiero: le parole sono anche cose, e le cose sono anche parole. Il link significante-significato è a doppio senso, solo per convenzione si stabilisce quale dei due termini sia il significante e quale, il significato. Durante le elementari, per esempio, all’oggetto “imbuto” veniva assegnato il ruolo di significante, laddove la lettera “i” era ad esso “linkata” come significato.
La relazione fra gli oggetti di “pensiero” (apparire finito, “carta topografica”, astratto) e il Reale (apparire infinito, “territorio”, concreto) non appare allo sguardo del cerchio finito; che vi sia corrispondenza fra gli oggetti di pensiero e la Realtà (fra la carta topografica e il territorio) è articolo di fede (il “fuoco” del lato poetico del poeta-filosofo). La relazione fra significanti e significati è codice, convenzione, conoscenza acquisita (il “ghiaccio” del lato filosofico del poeta-filosofo) e, in quanto conoscenza, appare.
L’unica realtà del Nulla sta nell’essere un oggetto di pensiero (o un significante o un significato, un astratto), non gli compete alcunché nel concreto, essendo il concreto totalmente occupato dall’infinità dell’essere, la totalità del Tutto.
Dire che l’essere concreto è delimitato da nulla, equivale a dire che nulla lo delimita, che dunque non è delimitato, infatti è infinito, privo di confini. Il Nulla dunque non va cercato, con fede o in altro modo, all’esterno del cerchio finito dell’apparire, non è un infinito, è l’unico oggetto di pensiero senza speranza di corrispondenze con la Realtà vera e concreta. Il Tutto invece, è l’unico oggetto di pensiero con corrispondenza certa, non fideistica, con la Realtà, il riconoscimento dell’innegabile Necessità del Reale vero e concreto.
C’è dunque certezza nella impossibilità di corrispondenza del concetto del Nulla con la Realtà vera e concreta, così come c’è certezza nella necessità di corrispondenza del concetto del Tutto con la Realtà vera e concreta. Ogni altro concetto rimanda alla incertezza, alla credenza, alla “fede”.
Marco Rossi della Mirandola (12/03/24).

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